Il trasporto marittimo rappresenta una quota importante e crescente di emissioni di gas a effetto serra.
Le emissioni associate a questo settore sono stimate in 940 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, pari a circa il 2,5% delle emissioni globali di gas serra.
Secondo lo studio dell’IMO, mantenendo invariata la situazione attuale, le emissioni del trasporto marittimo potrebbero aumentare tra il 50% e il 250% entro il 2050.
Solo nel 2021 le emissioni di diossido di carbonio sono aumentate del 4,9% rispetto al 2020.
La sempre crescente domanda, i problemi di congestione di cui soffrono molti porti, l’aumentata velocità di navigazione in alcuni segmenti di mercato e un rapporto tonnellate/miglia in crescita, sono fattori che hanno contribuito ad incrementare questo trend.
Molti progetti e sperimentazioni si stanno avviando in vari porti nel mondo, così come in Italia, al fine di mitigare l’impatto ambientale e promuovere la sostenibilità. Tra questi vi sono:
- Il COLD IRONING (tecnologia per fornire energia alle imbarcazioni durante la sosta in porto tramite una connessione elettrica con la terraferma, azzerando le emissioni da parte delle imbarcazioni)
- La cotruzione di CORRIDOI “GREEN” che colleghino porti e rete ferroviaria
- Promuovere la progressiva ELETTRIFICAZIONE dei consumi portuali con fonti rinnovabili
- INTERVENTI DIRETTI SULLE NAVI attraverso l’introduzione di parametri (EEXI e CII) diretti a regolamentare le emissioni e promuovere la DECARBONIZZAZIONE del trasporto marittimo (in vigore a partire dal 1 gennaio 2023)