La guerra tra Russia ed Ucraina si ripercuote sul mondo dei trasporti, delle catene di fornitura di molte materie prime fino a coinvolgere il flusso dei container.
Il blocco delle rotte del Mar Nero ha determinato una situazione di fermo per tutti gli scali portuali, bloccando molti container nei porti ucraini.
A causa delle sanzioni internazionali contro la Russia e del divieto di scambi commerciali se non per i beni di prima necessità, la situazione di stallo si è verificata sia nei porti della federazione russa sul Mar Nero che sul Mar Baltico. Molti vettori marittimi hanno decretato in autonomia di sospendere le operazioni da e per la Russia; inoltre, alcune nazioni del UE non accolgono più i mercantili russi nei propri porti.
Interrompendosi gli scambi, non salpano più container da e verso l’Europa, e nemmeno verso la Russia stessa.
Di fatto questa situzione causa l’immobilizzazione di una moltitudine di container, accumulatisi nei porti del Mar Baltico.
Anche la situazione dei collegamenti via terra contribuisce al problema. L’Ucraina non è praticabile, né tantomeno la Bielorussia che, per via del suo supporto a Putin, ha interrotto i collegamenti stradali sia con l’Ucraina che con il resto d’Europa.
Anche la frontiera con la Polonia presenta dei blocchi per via delle proteste e cortei in favore dell’Ucraina, che hanno causato code e impossibilità di far passare le merci attraverso la frontiera Polonia-Bielorussia.
La disponibilità di container si prospetta quindi come un problema globale a breve termine.